Indice

Informazioni

Geologia

Itinerari

Incisioni rupestri

Cenni storici

Miniera romana

Carta archeologica

Immagini

Ambiente naturale

Caratteristiche floristiche della Bessa

E’ noto come la fisionomia della Bessa sia prevalentemente caratterizzata da ammassi di ciottoli creati dalla coltivazione del giacimento aurifero.

Gli ammassi di pietre venutisi a creare, privati di gran parte degli originari sedimenti tra loro interposti e soggetti ad un rapido dilavamento per le precipitazioni, hanno costituito un severo approccio per la vegetazione; pertanto solo le entità più adattate a condizioni di scarsità di elementi nutritivi hanno potuto man mano stabilirvisi e mantenersi. Si tratta giocoforza di elementi erbacei cui, perifericamente, succedono alcuni arbusti ed anche, ove ormai i ciottoli sono decisamente compattati, qualche essenza arborea.

Nel complesso oggi possono essere individuate nell’area 4-5 tipi di situazioni vegetazionali, peraltro sfumate l’una nell’altra; nella loro analisi si procederà secondo un ordine di decrescente grado di umidità passando dalle più mesofite (che necessitano di moderate quantità di acqua), a quelle xerofile (che vegetano in ambiente arido).

              

Pervinche                                                                      Giglio rosso

Stazioni umide

 E’ a ridosso del maggior corso d’acqua che delimita il lato occidentale della Bessa, l’Olobbia, che è possibile rinvenire la tipica flora ripariale della pianura: salici (alba e purpurea )  in prevalenza e ontano nero (Alnus glutinosa ), frassino maggiore (Fraxinus excelsior ) e olmi (Ulmus minor ) fra le essenze arboree, il nocciolo (Corylus avellana ), la sanguinella (Cornus sanguinea) e la berretta del prete (Evonymus europaeus ) tra gli arbusti. Il corteggio erbaceo annovera, tra le varie specie, la veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica ), il non ti scordar di me (Myosotis scorpiodes ), il crescione palustre (Rorippa palustris ), la rampicante dulcamara (Solanum dulcamara ), varie carici, chenopodi, amaranti, poligoni, tra i quali varie specie estranee alla flora locale, le esotiche, insediatesi negli ultimi decenni, come l’americana forbicina (Bidens frondosa ) o l’asiatic poligono giapponese (Fallopia japonica ).

Singolare è invece un piccolo bacino palustre, a ridosso della Cascina del Sirogi, l’ultima cosa che si potrebbe pensare di rinvenire in un ambiente tutt’attorno prettamente “roccioso”. Tra l’altro quella piccola superficie umida ospita alcune specie veramente singolari: la veronica delle paludi (Veronica scutellata ), le cui uniche due altre segnalazioni nel Biellese (laghi di Viverone e di Bertignano) non hanno avuto conferme recenti; la cannella delle torbiere (Calamagrostis canescens ), una graminacea nota in Piemonte solo nel Biellese e alla Garzaia di Valenza; la viola palustre (Viola palustris ), specie di ambienti montani che molto raramente si rinviene a queste quote (300 m), l’erba scopina (Hottonia palustris ) e l’erba vescica (Utricularia australis ), entità ormai divenute rarissime per le “bonifiche” effettuate negli ambienti umidi di pianura. 

 Coperture boschive

 Nelle depressioni fra i vari settori ciottolosi e in prossimità di scorrimenti idrici si trovano condizioni favorevoli allo sviluppo di formazioni boschive. Ove il tasso di umidità è maggiore si produce una boscaglia ove prevalgono il carpimo (Carpinus betulus ), la farnia (Quercus robur) e il già citato frassino maggiore; l’elemento arbustivo consta del nocciolo, ciliegio selvatico (Prunus avium), del biancospino (Crataegus monogyna ), del tremolo (Populus tremula) e della frangola (Frangula alnus ). In questi ambienti tende sempre più ad infiltrarsi la robinia (Robinia pseudacacia ), aggressiva esotica nordamericana che si è inserita partendo dalle estremità longitudinali dell’area, correndo lungo le vie di maggiore accesso, più antropizzate. Oggi sono diversi gli esempi di situazioni boschive ove la robinia domina su ogni altra essenza, mostrando la faccia di maggiore degradazione della Bessa.

La componente erbacea di queste boscaglie è abbastanza numerosa: la primula (Primula vulgaris ), la silvia (Anemone nemorosa ), il sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum ), il mughetto (Convallaria majalis ), il ciclamino (Cyclamen purpurascens ), la verga d’oro (Solidago virgaurea) ed altre ancore; ai rami si aggrappano l’edera (Hedera helix ), la madreselva (Lonicera caprifolium ), il tamaro (Tamus communis ). La specie erbacea più significativa è però la stellaria bulbosa (Pseudostellaria europaea ), limitata ad un piccolo tratto nel settore NE dell’area: questa stazione, più le altre del Biellese, Valsesia e Novarese costituiscono il nucleo più occidentale della distribuzione di questa specie più tipica dell’Europa centro-orientale, le cui uniche altre stazioni italiane sono nella Carnia.

In presenza di un suolo meno profondo, in genere nella parte centrale della Bessa, il minor tasso di umidità esistente produce differenti riposte vegetazionali favorendo, tra le essenze legnose, il più consistente sviluppo della rovere (Quercus petraea ) mentre appaiono nuovi arbusti: il sorbo montano (Sorbus aria ), l’acero campestre (Acer campestre ), il ginepro (Juniperus communis ), il prugnolo (Prunus spinosa ), il pado (Prunus padus ). Tra le erbe sono da segnalare, in ordine di sviluppo stagionale, l’erba trinità (Hepatica nobilis ), il vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria ), la fava grassa (Sedum maximum ).

In condizioni ecologiche abbastanza simili a quelle ove prevale la rovere, ma generalmente in presenza di suolo più profondo e sciolto, si sviluppa il castagno (Castanea sativa ), che qui, come in altre realtà, è stato “aiutato” dall’attività umana; invece nelle condizioni di suolo meno favorevoli, più xerofile, si sviluppa la roverella (Quercus pubescens ), una tipica essenza mediterranea, rara in tutto il Biellese, mentre ancor più rare appaiono due altre legnose ugualmente mediterranee: il cerro (Quercus cerris ) e l’orniello (Fraxinus ornus ). Una specie arbustiva che caratterizza questi ambienti è il pungitopo (Ruscus aculeatus ), peraltro presente anche nelle boscaglie di rovere.

 

      

anemoni                                                  ciclamini

Formazioni erbacee

 Quando le condizioni del suolo cominciano ad essere tali che il substrato è di modesta profondità, col ciottolame poco profondo o appena fuoriuscente, lo sviluppo di una copertura arborea continua è di fatto impedita e tende allora a prevalere un aspetto a formazione aperta ove prevalgono elementi arbustivi ed erbacei.

Quantitativamente, dal punto di vista floristico, questo ambiente risulta il più vario di ogni altro in Bessa. Gli arbusti annoverano i già citati prugnolo e frangola, il ligustro (Ligustrum vulgare ), la rosa canina (Rosa canina ), la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius ), lo spino cervino (Rhamnus cathartica ), mentre il corredo delle specie erbacee è quanto mai ricco per cui è il caso solo di prendere in considerazione quelle che assumono maggiore significato. L’inizio della primavera vede in fioritura il violaceo fiore della pulsatilla comune (Pulsatilla montana ) e quello azzurro del muscari azzurro (Muscari botryoides ), due specie che in tutto il territorio biellese si rinvengono solo nella Bessa. Più tarda è la fioritura del geranio sanguigno (Geranium sanguineum ), noto nel Biellese in una sola altra località (presso Sostegno), della campanula a fiore di pesco (Campanula persicifolia ), presente altrove solo presso Salussola, del verbasco di Chaix (Verbascum chaixi ), esclusivo della Bessa, e della codolina nuda (Phleum phleoides ), una graminacea di cui, oltre la Bessa, è una nota una sola altra stazione nel Biellese (Naviglio di S. Damiano) però non più ritrovata da oltre un secolo e mezzo! Esteticamente, è rilevante in questi ambienti la presenza del magnifico giglio rosso (Lilium bulbiferum var. croceum ), entità protetta dalla Regione Piemonte, che non manca, sebbene non sia mai comune, in altri settori del Biellese a quote maggiori.

 Pietraie scoperte

 Dove gli accumuli di ciottoli mostrano una scarsa o scarsissima copertura vegetale siamo in presenza della peculiarità morfologica più nota della Bessa, un unicum. Ne scaturisce un insolito aspetto floristico nel quale figurano diverse entità che non è dato di osservare altrove nel Biellese, o quasi. Si tratta prevalentemente di essenze xerofile, la risposta scontata alla limitata quantità di elementi nutritivi disponibili. Predominano le specie erbacee e fra esse è tipica la categoria di quelle che si rivestono di organi che impediscono un’eccessiva perdita di acqua dai tessuti: foglie grasse o molto sottili e consistenti. Tra queste è particolarmente frequente il semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum ), una tipica pianta montana dalla bella fioritura rosea (mese di maggio), le cui rosette di foglie spesse ravvicinate tra loro formano a volte ampi tappeti sulle distese dei cumuli di ciottoli. Molto meno evidente è la esile graminacea festuca annuale (Micropyrum tenellum ), per la quale non vi sono altre indicazioni nel Biellese; è una specie prevalentemente distribuita nell’area mediterranea, come lo sono due specie di lattughe selvatica, la alata (Lactuca viminea ) e la rupestre (Lactuca perennis ), la prima presente solo sui ciottoli presso il bivio per Settimo Vittone e la seconda nota altrove nel Biellese solo presso Sostegno. Un’altra specie che ricorda climi ancor più caldi, è la paleosubtropicale felcetta lanosa (Cheilanthes marantae ), ovunque rara in Italia.

Adriano Soldano

 

fiori di ghiaccio sui ciottoli

 

 Indice

Informazioni

Geologia

Itinerari

Incisioni rupestri

Cenni storici

Miniera romana

Carta archeologica

Immagini